“A chi racconta bugie,
prima o poi,
saranno tagliate le gambe”
–
Un anno fa era tutto diverso, su quello che sarebbe accaduto tra poche ore alcune persone hanno costruito una storia assurda, offensiva anche se provocata da gente che è stata più volte definita “malata di mente”.
Eravamo in giro sotto il sole di un febbraio toscano, in luoghi che tanto ricordano l’Inferno o l’idea che alcuni hanno di esso.
Niente di strano o tutto strano, era tutto per noi e per una manciata di turisti asiatici pieni di soldi, con vistose auto con la targa tedesca, molto ben vestiti, molto poco educati ma…
pazienza
Perché poi c’è chi pulisce e chi fa cose peggiori, sporca la memoria di chi dovrebbe invece rispettare e tutelare, considerando tutti i GRAZIE che avrebbe meritato al posto delle offese e delle pugnalate.
Se mi avessero conosciuta davvero non si sarebbero comportati così, non per rispetto ma per paura. Perché io perdono facilmente o (faccio finta di farlo e lascio correre per davvero) chi fa del male a me, ma NON DIMENTICO e NON PERDONO chi fa del male alle persone che sono la mia vita. NON DIMENTICHERO’, NON PERDONERO’ CHI HA FATTO DEL MALE A MARCO, anche se quei qualcuno sono la sua famiglia di origine.
E così anni fa gli avevo allontanati perché avevano mancato di rispetto ai miei genitori e, solo dopo la sua morte ho saputo che avevano fatto altrettanto anche con la mia nonna e, per il bene di Marco è stato meglio così perché se l’avessi saputo in quei giorni ormai lontani (In cui i nervi erano giustamente tesi) forse gli avrei dato un calcio in culo e oggi starei forse meglio ma…
Non avremmo vissuto la NOSTRA VITA, l’unica possibile e immaginabile per un milione di motivi e, il mondo là fuori può intuirne soltanto un paio (ecco anche perché sono ora un’aliena in un mondo di alieni che, quando sono arrabbiata, chiamo anche alienati). Quella vita che, mi dispiace per quel genitore ingrato che si si è lamentato con me perchè il malloppo da spartire non era abbastanza sostanzioso (ma credo fosse a sufficienza per pagare la scuola di fisioterapista del cavolo del caro Fratello Dem)…
E mentre ascolto GRUST200 per non deprimermi troppo e tiro fuori la mia educazione para-militare per non avere rispetto di nessuno, mi ricordo in giro per la Toscana Maggiore in cerca di un posto dove mangiare e poi ci siamo persi in un giardino panoramico e un po’ settecentesco, con quel Giano Bifronte che un po’ ci aveva fatto pensare…
Abbiamo vissuto il declino del mondo occidentale e gli ultimi 5 anni sono stati stravolti da un cumulo di bugie, nonostante questo a tanta falsità non ci si abitua mai. Ma proprio quella Non-Famiglia è il simbolo della decadenza e del degrado da io Marco e io abbiamo lottato per tenere alla larga dalla nostra vita, dalla nostra casa, dai nostri pensieri…
Si parla troppo facilmente di manipolatori, io non ho questa abitudine, sarà che nel mondo della narrativa e della fiction è quasi una regola esserlo, per fini leciti ma, proprio per questo nella vita reale se non si vive con sincerità allora non si vive e non ha senso faticare tanto per un’esistenza falsata, soprattutto per chi ha le idee chiare e tante passioni..
E poi all’imbrunire verso Pienza con la speranza di poter visitare il cortile di Palazzo Piccolomini, magari non la sera ma la mattina dopo..
E invece non era possibile e l’unico luogo chiuso che abbiamo visitato è stato il Duomo di Pienza, consacrato tanto per cambiare (da pisana posso dirlo) a Santa Maria Assunta..
A Marco dei luoghi di culto piacevano i dettagli, gli intarsi di certe panche grandiose, i diavoletti schiacciati dai piedi dei santi e le torture ai martiri che trovava sempre divertenti e in sintonia con il nostro essere e le nostre inclinazioni, e così tra una foto e un commento la nostra attenzione fu attirata da le imprecazioni colorite.
Di qualcuno…
Vedemmo un signore anziano con secchio e granata (scopa per i diversamente italiani) che prese a pulire per terra…
Ci avvicinammo e lui ci disse subito che potevamo finire il giro con calma, non stava facendo le pulizie di fine giorno ma, qualcuno aveva arrovesciato una bibita sul pavimento alquanto antico e rustico del duomo.. e dopo aver doppiato le imprecazioni colorite aggiunse “meno male che non gli ho visti, perché sennò non vi dico cosa gli facevo”…
Non era vino perché non sentimmo l’odore, sicuramente Coca-Cola o un caffè freddo e molto lungo, quasi sicuramente il colpevole era qualche asiatico ricco con la sua bibita cool…
La troppa emozione, la sindrome di Stendhal, come non capirlo?! Come io quando ascolto certi pezzi dei Brandy Kills e piango e mi cadono le cose di mano…
“Scusa mamma, poi pulisco”.
Così presi dallo sdegno ci avvicinammo alle candele votive (in realtà delle tea-lights ikea della durata media di 4 ore),e Marco con un euro ne accese una e poi lasciammo 5 euro per la manutenzione della cattedrale e, prima di uscire mi disse…
“Con tutti questi oboli prendi almeno un santino!”
E io lo presi.
Finì nella tasca del mio cappotto.
L’ho ritrovato poche settimane fa.
Ma questo episodio a cui Marco aggiunse un messaggio ai suoi, mentre aspettavamo la pizza, che diceva “Fra che c’ero vi ho acceso una candela” è diventato la base per una conversione di Marco in chiave fantacattolica fatta da tre cattosatanisti invasati che, oltre i legami anagrafici, con lui non c’entravano proprio nulla.
“Lui sapeva di morire”
“Sono contento che sia morto perché tanto è in paradiso e sta meglio”
Già.
Queste e altre vergogne sono uscite dalle loro bocche.
Sapete una cosa, se in paradiso ci si sta tanto bene perché non fate un favore al mondo e c’andate anche voi?!
State certi che non troverete Marco, del Paradiso diceva “lo immagino come un posto noioso abitato da gente noiosa”, e questo è bene che se lo appuntino certi amici di vecchia data (troppo vecchia) che l’hanno spedito in Paradiso tanto alla svelta e tanto volentieri, dopo avergli affibbiato passioni e preferenze che non aveva (Berlino?! ahahaha).
E per dirla come avrebbe detto lui al limite del suo snervo: “così almeno vi levate di culo e smettete di pretendere senza dare mai indietro un po’ di rispetto per chi ha una testa e la usa”.
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