TOSCANA GOTICA “buon anno!”

La prima Toscana Gotica del 2024 rendiamocela indimenticabile, nonostante chi scrive, è in una fase che… Meglio starle lontana, è insopportabile, è pericolosa, è in fase critica-creativa!

Ah! Questi scrittori!

(altro…)

Le Fiabe della Perdizione

Ciclostilato in proprio come vuole la vecchia tradizione punk, “Le Fiabe della Perdizione” sono racchiuse in 64 pagine in formato fanzine, un libro che tutte le ragazze (ma non solo) dovrebbero avere sul loro comodino, ma anche nella borsetta ed è ideale anche per le vacanze perché… prende poco posto, è molto leggero ma fa compagnia!

Leggi tutto “Le Fiabe della Perdizione”

Fuga da Egolandia

Fuga Da Egolandia

di Serena S.

E’ pensiero comune che l’ego sia insito nell’essere umano per natura, che sia una parte del suo sé intangibile e che abbia lo scopo, se ben usato, di rendere migliori sé stessi.

Invece, niente di più sbagliato. Ci confondiamo o ci vogliono far confondere con la creatività, la fantasia, il carattere che, invece, nascono nell’essere umano, insieme all’essere umano e che si sviluppano e prendono forma durante il suo percorso formativo.

Fantasia e creatività si nutrono di osservazione (da cui nasce l’ispirazione)e, ancora di più di noia (che da vita al bisogno di fare tesoro di quel poco che abbiamo a disposizione). In occidente la pratica della noia è sempre più in disuso, soprattutto  nelle generazioni nate tra la fine del novecento e il primo decennio degli anni 2000. Infatti, per chi sa ascoltare nel profondo, questi anni non sono mai stati così tanto silenziosi. I cervelli non nutrendosi di noia creano e inventano molto meno o molto poco.

L’ego non fa parte della natura umana, è un essere o uno strumento a se stante e, per sua indole non è buono e nemmeno giusto.

Questa entità ci vive dentro come una tenia, non possiamo rendercene conto ma, molto spesso, non vogliamo rendercene conto. Siamo incantati? Innamorati? No, semplicemente siamo assenti a noi stessi e questo accade soprattutto nei momenti d’iperattività. L’ego ci fornisce un surplus energetico e nello stesso tempo ci rende completamente inabili.

L’ego ha il nostro stesso volto anzi, ha il nostro volto ideale; lo stesso viso che abbiamo proiettato nel mondo degli adulti durante le nostri migliori fantasia infantili, incoraggiati spesso da super adulti sprovveduti (insegnati, vecchie zie, nonni, amici dei genitori) con domande inopportune come: “cosa farai da grande?”.

L’ego ci tiene compagnia e ci incoraggia ma soprattutto ci osserva, ci studia, aspetta indisturbato il momento giusto per attaccare la nostra persona e dominarla.

Quando il corpo è stanco e malato e il carico di stress rende la mente più distratta e tollerante, quello è il momento esatto in cui, come un pirata all’arrembaggio, entra in azione.

La mente rivolta verso altre priorità, la cabina di comando incustodita, la porta aperta e il corpo molle, bisognoso di cure… E invece l’ego s’impossessa completamente di noi, portandoci nella direzione opposta a quella in cui avremmo urgentemente bisogno di andare.

Da lì in avanti la nostra vita sarà più complicata, nonostante questo ci sentiremo collocati su un gradino più alto, insieme alle nostre necessità apparenti e alle aspettative suggerite da questa creatura perversa.

Non lasciate che l’ego vi costringa a essere creativi e protagonisti in un momento di così grave fragilità fisica e mentale.

Non vi renderà più felici, solo più insoddisfatti. Non vi sentirete meno soli, soprattutto l’ego non guarirà il vostro corpo, anzi proverà a distruggerlo in tutti i modi che gli saranno concessi (ovvero che voi li concederete).

Le distrazioni che vi farà vivere vi porteranno direttamente all’Inferno e, trascinerete con voi le persone che più vi sono vicine…

Fermatevi, riposatevi, curatevi e poi…

Lavorate e analizzate voi stessi, le vostre capacità, i vostri desideri, solo così sarete liberi di salire sul palco della vita e magari di essere utili al prossimo in qualche modo.

29 agosto 2023

Dammi la luce

Una volta la mia vita era come il paradiso in terra

Un giorno, Dio ha preso tutto ciò che era nelle mie mani

Quanto sono ingenuo a pensare che tutto durerà per sempre

So che il mondo è sull’orlo della fine 

Quanto sono stupido a pensare che non mi influenzerebbe?

Oh, quanto sono stupido a pensare che non mi influenzerebbe?  

Oh Dio, per favore dammi un percorso e una luce in questa nebbiosa, nebbiosa oscurità

Anche se il cappio è il modo più veloce per porre fine a questa crisi critica 

Quindi, dammi luce

Dammi luce Caro Signore, dammi la luce

Ho pregato troppo e ho pianto troppo

Signore, se esisti davvero

Per favore rispondi alle mie preghiere

Ho pianto troppo, ho pregato troppo

Quindi dammi luce 

Faccio ancora del mio meglio per resistere e mantenere forte la mia fede aspetta solo che la mia anima sia marcia e divorata

Il mio cervello lavora costantemente per trovare un modo per sopravvivere, le grida della mia famiglia continuavano a risuonare e a tormentarmi nella testa, nella mia testa quindi devo continuare a cercare la luce nell’oscurità, nell’oscurità 

oh Dio, per favore dammi un percorso e una luce in questa nebbiosa, nebbiosa oscurità

 

Aspettando la notte delle ombre

Una selezione di racconti brevi e un po’ datati, musica e qualche immagine in attesa della notte del Sabba Maggiore più conosciuto e festeggiato del pianeta. Questa festa segna l’inizio della parte oscura dell’anno, quello che mi somiglia di più, e fortemente legata ai tempi e cicli dell’agricoltura, perchè soprattutto è la terza e ultima FESTA DEL RACCOLTO… Simboleggia anche la morte del Sole, emblema delle energie maschili.
In questa notte ricordiamo i nostri cari che ci hanno lasciato e portiamo loro dei piccoli doni. E’ una notte di festa ma anche di riflessione, su ciò che è stato e su ciò che sarà. Possiamo osservare quello che accade intorno a noi e dopo agire di conseguenza… E’ la morte di un ciclo e la nascita di uno nuovo. Faceva parte delle tradizioni europee fino a quando la Vecchia Religione non fu sostituita con un’altra di provenienza orientale.

Leggi tutto “Aspettando la notte delle ombre”