Geotermia portami via!

Una fuga di pochi giorni nella primavera del 2021 può sembrare ed essere una lunga vacanza. Dalla zona arancione alle colline pisane, tra soffioni, energia geotermica, gatti bulli, birra a vapore e cene di fortuna. Buona lettura.

 

Tutto sommato poteva andare peggio: una vacanza, anche se breve, mentre il “resto del mondo” è barricato in casa o obbligato sul posto di lavoro, ha i suoi lati positivi.

Per tutto quello che leggerete e vedrete in questo post, devo ringraziare la mia insistenza, non sempre paziente, molto spesso collerica, e una mia grande esigenza, in altre parole “le vacanze invernali”; ma devo ringraziare anche e soprattutto la complicità di Marco, e poi la disponibilità della signora R. e l’aiuto involontario del medico legale della Centrale Enel di Larderello, principalmente per la possibilità che abbiamo avuto di fare una cena come si deve, in tempi complicati.

La luna sopra le chiome dei grandi pini è uno spettacolo grandioso, come le lunghe passeggiate in montagna, ma l’estate non è soltanto questo purtroppo, è una stagione complicata per me, come forse per tante altre persone. L’urgenza è respirare. L’aria e la mancanza di orari e la voglia di scoprire o riscoprire, e magari potermi vestire come mi pare, almeno entro certi limiti; sicché per questi gravissimi motivi le mie preferite sono le vacanze invernali, e non pensate che io intenda settimane bianche o capitali europee, per me è più che sufficiente anche solo una notte fuori, una colazione preparata, dei giri spensierati per i dintorni, una sera a teatro per un bel concerto. In sostanza sto descrivendo in poche righe la mia “vacanza invernale 2020”, poco prima del grande disastro, dell’oblio, di quella primavera insolita che per motivi misteriosi non riuscivo a intravedere nella mia fantasia. Ma soprattutto la “vacanza invernale o quasi” per me è fare scorta di energia positiva per i mesi più impegnativi, e, questa volta, non potevamo trovare un posto più adatto!

Nel febbraio 2020 la fuga più che lecita fu per le viuzze notturne di Volterra, il concerto nel ridotto del teatro cittadino di Marina Mulopulus e Paolo del Vecchio, e le lunghe camminate nei boschi lì vicino; ma prima ancora la visita guidata, inaspettata e sorprendente, alla Badia Camaldolese, sospesa sul panorama incerto e affascinante delle Balze. Vista mille volte e mai visitata al suo interno; scoprirla scrigno di notevoli affreschi, e luogo in cui ricorderò sempre con piacere la bella chiacchierata con il “pisano di campagna”, che per noi aprì i cancelli dell’antica Badia e non ci fece rimpiangere un Lord inglese.

Quest’anno abbiamo dovuto aspettare la primavera, una primavera incerta che ancora dava spazio all’inverno. Quella stagione nella stagione, in cui la pioggia degli acquazzoni si alterna a quella dei petali degli alberi da frutto, fioriti con il sole di febbraio e pronti per far crescere le gemme ai primi di marzo.

Insomma, prenotare, fare le valigie, buttare giù un canovaccio incerto che era il nostro programma di viaggio, e che si è rivelato più semplice del previsto mettere in scena sul palcoscenico della nostra fuga. Nella valigia poche cose, un quaderno, un vestito di cashmere e seta, scarpe comode. Un picnic come prima cena, senza sapere bene dove, e la consapevolezza che disobbedire, in certi casi, è la scelta migliore che puoi fare per la tua salute fisica e mentale.

Erano i tempi infantili delle “Regioni in Colore”. La nostra era arancione; ho fatto pochi minuti fa una ricerca su Google per rinfrescarmi la memoria in proposito. Devo dire che a differenza del 2020 questa primavera non ho prestato attenzione a quello che dicevano i decreti legge, ho già abbastanza a cuore la mia salute e quella di chi mi sta vicino, quindi non credo che un avvocato o un banchiere, o chi per loro, possano darmi indicazioni migliori di quelle che io do a me stessa; in ogni caso, sul motore di ricerca è apparsa questa frase:

 “In zona arancione, si può uscire dal comune, se ha fino a 5000 abitanti, e spostarsi di 30 Km senza però recarsi in un capoluogo. Le visite private potranno avvenire entro i limiti del Comune. Sono invece vietate in zona rossa”.

Non so se le regole erano esattamente queste, io mi sono spostata ogni settimana da una provincia all’altra, percorrendo normalmente circa 40 Km, uscivo da una casa in cui si mettevano in pratica tutte le attenzioni del caso, per entrare in un’altra (quella dei miei genitori, che poi sarebbe anche casa mia) in cui si faceva altrettanto. Questo per molti motivi, primo fra tutti perché si può stare vicini anche quando siamo lontani, è vero, l’abbiamo fatto, siamo stati bravissimi, ma poi ci siamo resi conto che il nostro sacrificio, fatto più che volentieri, non è servito assolutamente a nulla, anzi ha contribuito a creare dei mostri. Inoltre persone che non hanno una determinata malattia infettiva non la possono trasmettere a nessuno, e questo dato di fatto insieme a molti altri oggi non è più così scontato e questa, oltre ad essere una cosa preoccupante sul piano “salute mentale di tutto un popolo”, fa presagire che chi pensa ancora con la propria testa non riceverà un premio, bensì avrà molte battaglie da compiere. Anche per questo motivo abbiamo fatto bene ha riempire due trolley e partire verso le colline metallurgiche della provincia di Pisa.

Qui, nel comune di Pomarance, le cose sono andate molto meglio di come avevamo previsto. Il bed and breakfast si trovava davvero in una posizione strategica. Questa grande casa azzurra dei primi del ‘900 aveva un tempo di fronte la Valle del Diavolo di Montecerboli, oggi i vapori e le altre manifestazioni geotermiche sono state convogliate nei grandi tubi in acciaio, che attraversano tutto il paesaggio lì intorno, e spiccano sul ritrovato verde della campagna e delle colline.

Sembra per davvero di essere i protagonisti di un film di fantascienza degli anni ’50!

Facciamo una breve visita al Museo della Geotermia di Larderello che, visti i tempi, è chiuso, ma è davvero gradevole alla vista. Poi andiamo dalla signora R. , due chiacchere un po’ di riposo, la nostra camera è molto carina e calda (fuori fa ancora fresco), il teleriscaldamento permette di tenere i termosifoni accesi praticamente sempre, c’è una valvola per regolare la temperatura, questo è veramente il sogno realizzato del freddoloso! Considerando che questo per la maggior parte degli abitanti del comune di Pomarance è gratuito e ecologico, in più non ci sono spese per i controlli alle caldaie perché le caldaie nelle case non ci sono! Stessa cosa ovviamente per l’acqua calda, anzi caldissima, fa venire il sospetto che sia anche termale, visti gli effetti benegici sulla pelle!

Dopo queste entusiasmanti scoperte “casalinghe” ci avviamo verso grandi avventure (nel frattempo, rientrando da Larderello, ci siamo imbattuti nella prima pattuglia dei Carabinieri, per fortuna non hanno fermato noi!), attraversiamo la strada e ci dirigiamo sulla piccola e verdeggiante montagna che un tempo era circondata da un paesaggio infernale. Da lì inizia un ombroso percorso trekking, dove ci fanno compagnia i grandi tubi argentati, ogni tanto ci avviciniamo per scaldarci le mani o le guance, finché non arriviamo sulla cima della piccola montagna, circondati da una rigogliosa macchia mediterranea, in cui spiccano i fiori bianchi della stipa e quelli rossi del lentisco.

E’ un’ottima zona panoramica, le colline, i soffioni, la centrale, i grandi paesi isolati di diverse province toscane, e poi imponente come poche la Rocca Sillana che, dopo qualche mese, avremmo espugnato in buona compagnia…

Dopo la discesa (forse più impegnativa della salita, considerando che non avevo messo le scarpe da trekking) ci aspetta una bella aria picnic, con grandi tavoli, pulizia, cestini per la differenziata e gatti sornioni a fare la veglia, come facevamo tutti noi in tempi lontani e più innocenti (parlando magari del “Mostro di Firenze”)!

Il secondo giorno di fuga raggiungiamo l’Eremo di San Michele alle Formiche; ovviamente dopo aver parcheggiato l’auto (il posto si trova 3 minuti dal B&B), mentre stavamo attraversando la strada per entrare nel sentiero, ecco arrivare i carabinieri ma… è andata bene anche questa volta! Gasati dall’adrenalina e dal senso di libertà ci ritroviamo sulle rive del torrente Radicagnoli,  tra il  leggendario Pozzo della Campana, che fa venire tanta voglia di tuffarsi, e i resti di antiche terme risalenti al XIII secolo, le cui acque ormai si sono mescolate a quelle del ruscelletto, ma che rimane ancora ricco di scorci interessanti, tra la decadenza di quelle antiche pietre e la vegetazione tutta intorno; le fioriture sono ancora quelle invernali e lì cresce anche la mandragola.

Nel pomeriggio corriamo nei dintorni di Sasso Pisano, abbiamo un altro colpo di fortuna, visto che eravamo abbastanza affamati, e ancora una volta visti i tempi complicati, al Birrificio “Vapori di Birra” sono così gentili da farci due hot-dog; possiamo mangiare fuori, la birra mi dice Marco è ottima (dè, il birrificio sociale “La Staffetta” è sempre una garanzia e una autorità quando si tratta di birra artigianale!), e a pancia piena andiamo a visitare il “Parco delle Fumarole”! Qui un sentiero Cai attraversa  e consente di vedere davvero da vicino tutte le manifestazioni naturali della geotermia. Per me è una sorta di Luna Park naturale da cui non vorrei più uscire! E ci porteremo per un po’ dietro l’odore di zolfo…

Lì vicino c’è Sasso Pisano, il paese. Caratteristico con il suo cuore rosso (la vecchia sede del Partito Comunista Italiano), i soffioni tutto intorno, i lavatoi medioevali, le piscine termali moderne e le abitanti gentili e sorridenti (nonostante la grandinata che ci siamo beccati un po’ tutti!).

 

Poco distante, immerso in un bellissimo paesaggio bucolico, in cui i cani da pastore maremmani, all’apparenza bonaria, tengono a bada le greggi e la dignità dei vecchi casolari, c’è il complesso sacro termale etrusco di Sasso Pisano, antichissime terme davvero estese. Non si può visitare ma è sicuramente una scusa per fare una passeggiata in questa campagna che fa davvero dimenticare tutti i guai della vita “moderna” e, magari ti capita di vedere sorgere dalle acque delle terme libere, una bella ventenne nuda!

Grazie alla presenza del medico legale e di un ingegnere della Centrale Enel Green Power, per cui la signora del B&B cucina una volta a settimana, abbiamo avuto anche noi il diritto alla cena! Ed è stata anche ottima e abbondante, in perfetto stile pisano! Così com’è stato piacevole anche parlare con R. e scoprire che abbiamo anche un paio di amici in comune in quel di Casole d’Elsa!

Doveroso aggiungere che per la cena abbiamo fato i turni e che, in tutto il tempo trascorso lì, non abbiamo mai incontrato gli altri ospiti del B&B; in fatto di sicurezza verso il virus più razzista della storia ce la siamo cavati alla grande!

E poi bisogna tornare a casa ma…

Non potevamo non fare una sosta per ammirare le acque cristalline del Cecina, incontrare quattro bellissimi daini e una combriccola di gatti, piuttosto bulli! Ma ora… la fuga è davvero arrivata alla…

…fine-

Grazie per il sostegno e l’interesse! Alla prossima avventura!

Il birrificio “VAPORI DI BIRRA” a due passi dal Parco delle Fumarole:

https://www.vaporidibirra.com/