TOSCANA GOTICA
La Pelle
Non ho letto il romanzo, non avevo visto il film, avevo una leggera infarinatura del tema, anche se di temi ne sono trattati molteplici. Qualche settimana fa, con Marco, ho visto il film “La Pelle” diretto dalla regista Liliana Cavani e tratto dall’omonimo libro di Curzio Malaparte (il pratese con il nome tedesco, il maledetto toscano, l’Arcitaliano, il primo Tuscany Doomer della nostra storia regionale). Un film che stranamente mi ha incantato, stranamente perché ormai tutto quello che è precedente al nostro anno zero, ovvero il 2020, mi scivola addosso senza lasciarmi più nessuna emozione, ma non è stato questo il caso. Questo film per me appartiene a quel genere di cinema che è grande per la qualità d’ingredienti e non per pretese intellettuali piene di vuoti esistenziali (noia) tanto apprezzate e ricercate da molti cineasti di mia conoscenza. “La Pelle” è pieno di Storia e storie, è divertente e atroce. E’ doloroso da tapparsi gli occhi e le orecchie per non vedere e per non sentire. Ci umilia nel profondo nelle nostre cose più intime e ci offende eppure è immensamente bello, anche divertente e ricco di spunti glamour. Napoli è una città aperta e rappresenta alla perfezione un riassunto di quell’Italia che non è troppo distante da questa dei giorni nostri, una città che, esattamente come Curzio Malaparte, riesce a essere molteplici cose. Ci sorprende con un nazionalismo, che avrà fatto certamente agitare i Borboni nelle loro tombe, ma d’altra parte deve essere fascista, per sua natura invece Napoli è generosa e non manca certo di dimostrarlo nei confronti del Nazismo e dei tedeschi pur essendo già pronta a diventare una colonia come piaceva agli inglesi dell’ottocento che, ormai sono diventati anglo-americani. Nel sangue di Napoli scorre da sempre la tolleranza e lo è in modo atroce nei confronti degli esotismi più biechi e viziosi che arrivano da Oriente, vizi che si scontrano con la fame e allora ecco quella fila di mamme che vendono i corpi dei loro figli. Questa scena suscita un turbine di emozioni contrastanti e fastidiose che non saprei descrivere se non con la voglia improvvisa di dare un pugno a uno specchio e mandarlo in frantumi. Una rabbia che nasce dal cuore e che si irradia a tutto l’essere ma… Oggi si scontra con una realtà che non è meno squallida, ma questo esula dal tema del film e del romanzo, o forse no…E forse, come avete già capito, c’è un altra festa in arrivo!
Madhouse Autoproduzioni, questa volta in collaborazione con Dark Vision, è goticamente lieta di invitarvi alla festa danzante di Halloween, nei pressi di Lucca, assolutamente un dark party con la musica più adeguata per abbigliamento pauroso e maquillage d’oltretomba. Dettagli:VAMPIRI AL MARE
Mare, mare non mare, in ogni caso…
Speriamo almeno che sia fresco!
Domenica tardo pomeriggio andiamo in direzione litorale livornese ovvero quel mondo sospeso tra eleganza di tempi andati, tamarraggine sempre verde (e di svariata provenienza) e decadenza marina e marittima, si perché il tutto ha alle spalle un bel principio di Maremma Toscana, e non è poco.
La nostra destinazione è la casa al mare di un paio di amici, che gentilmente ci hanno prestato le chiavi. L’appartamento è carino, fresco e silenzioso, con un giardino che è un pezzetto di macchia mediterranea catturato e messo in gabbia, però è ben frequentato!
Sistemiamo qua e là e poi decidiamo di uscire.
“Che ne dici?”
“Giro perlustrativo”
Alla fine si parcheggia in un posto costosissimo ma molto buio così, nonostante il nostro impegno, non vediamo i parchimetri e rischiamo, consapevoli che la cifra che avremmo dovuto pagare è un vero furto, la multa. Sembra che durante la stagione non balneare questo parcheggio si trasformi, non sappiamo grazie a quale magia, in un campo da calcio, guardandolo così buio e impolverato la cosa ci appare già molto doomer, ma vediamo il resto…
La pineta è molto suggestiva, i pini sono altissimi, svettano verso l’alto molto regolarmente e sotto le loro chiome ospitano un micromondo di bancarelle: libri usati, gli immancabili abiti e accessori da “contessa scalza” più o meno costosi, c’è anche il furgoncino dei dolciumi e il chiosco dei panini. La Pineta Marradi ci appare ben tenuta e con molte panchine; se si guarda bene ci sono ancora le tracce di un’architettura legata a tempi ormai decaduti in cui si faceva un uso gentile anche del cemento, direi uno stile arboreo che accompagna divisori e balaustre (poco lustre!) di scale e scalette.
Saliamo una di queste scale, quella che conduce proprio di fronte alla Stazione Ferroviaria che, ovviamente, non possiamo non andare a vedere.
“Ti pare che non vado a vedere la stazione?”.
Incredibile! È ben tenuta, qualche segno di vandalismo c’è ma è roba da vandali accaldati, niente paragonabile al vandalismo istituzionale che chiude le stazioni e le fa morire.
È elegante, ben tenuta, c’è anche la sala d’aspetto aperta (che se sei di Pescia niente di strano, ma se sei di San Giuliano allora ti sembra una gran cosa, la vita è così: tutta una questione di punti di vista…) e poi, cavolo, anche il bagno sembra sia aperto, funzionante e anche pulito. Oserei dire…
“Miracolo!”
Ci viene un po’ fame. Dopo essere stati ignorati da almeno quattro camerieri e nonostante i tavoli liberi, decidiamo di dire “ciaociao” al ristorante-pizzeria nei pressi dei campi da tennis per dirigersi verso il chiosco dei panini, dove oltre ad essere accolti e serviti come si deve, facciamo anche una bella chiacchierata con la ragazza al banco e ceniamo in modo proletario e rilassato, proprio sotto i bei pini della Pineta Marradi, qui al chiosco hanno pensato anche ai figli del sole, ma non più di tre alla volta, eh!
Proseguiamo il nostro giro per Castiglioncello di Sera percorrendo interamente il Lungomare Alberto Sordi, ma poi non torniamo a casa troppo tardi, perché…
“Domani è lunedì e ci aspetta una levataccia…”.
È lunedì infatti, niente colazione, costume e in marcia! Si scende, si scende il guaio è che dovremmo poi salire, salire… ma ci penseremo poi.
Intanto la spiaggetta della baia del Quercetano (ma dove sono finite le querce non ve lo saprei dire) è l’unica con la rena, è quasi interamente occupata. Da bagni ma arrivando presto (intorno alle 8) si trova posto e tranquillità fino a una certa ora. Il mare è bello e invitante, faccio un po’ di foto ai gabbiani, arrivano anche i cormorani. L’acqua è davvero trasparente e della temperatura che piace a me, quel mare che sa ancora di notte e come se fosse lì per la prima volta, peccato che dal bagno Nettuno arriva prepotente l’odore del soffritto, anche questa cosa è molto doomer?!
Per fortuna che, essendo lunedì, non arriva troppa gente e passano i treni, convogli di merci e molti Rock (invidia!), gli scorci suggestivi non mancano anche se non riesco a trovare, con lo sguardo, i luoghi (impervi) della mia infanzia.
Questi sono luoghi da turismo vippesco e festaiolo, il mordi e fuggi godereccio e poco propenso agli ideali comuni; tanta, tanta, troppa proprietà privata che non è neanche servita a evitare quella parvenza di turismo di massa che qui si riversa tra luglio e agosto. Hanno costruito ovunque e un po’ alla terrona…
Pazienza se hanno completamente distrutto quello che Castiglioncello aveva di più bello e che l’aveva reso uno dei luoghi prediletti dei Macchiaioli: il paesaggio, la campagna amara che sconfinava, precipitava con fatica e sudore in mare…
Possiamo quasi definire questo luogo ormai perso per sempre la Cornovaglia toscana o livornese (contenti?).
E poi arriva il momento di risalire verso casa, sotto il sole, in salita appunto per poi riscendere poco dopo.
Si pranza fuori ma il posto “sempre aperto” in cui volevamo andare è chiuso (e lo sarà per tutta la settimana) e così ripieghiamo su un ristorante lungo la strada: “Ghostbusters”, si mangia bene e si spende molto di più, così la sera compensiamo saltando la cena per poi farci belli per un giro a Rosignano Marittimo attirati dai manifesti molto gotici che oltre al bel castello promettono “Frati tutte le sere”! E torneo di Calcio Balilla Umano, ovvero un biliardino gigante con gli omini veri e anche le donnine che giocano! Si sfidano frazioni e rioni.
Non avendo seguito il prete facciamo un bel giro turistico (anche questo in salita, ovviamente) prima di capire che il luogo della festa era a due passi da dove avevamo parcheggiato. Però poi è tutto divertente, i frati buoni, l’atmosfera paesana e goliardica, alla fine ceniamo con un frate e mezzo a testa e scopriamo che anche i preti li mangiano!
C’è vento a Rosignano M. e un po’ di posti in cui vogliamo andare…
Come si dice? Stessa spiaggia, stesso mare e per noi è anche strano ma, sarà così peri giorni a venire. Dopo attenti studi e meticolose ricerche di Marco, abbiamo decretato che la nostra spiaggetta sarà proprio “la nostra”, anche se qualche “esperimento” pomeridiano l’abbiamo fatto…
Tentativi di farniente, fiori di plastica e dark wave ispanica, riposo a casa tra una doccia e un “cosa mi metto” e una colazione con calma e un pranzo veloce. Riceviamo anche la prima visita in giardino, la gattina rossa e bianca dallo sguardo perennemente perplesso, tornerà varie volte e non sarà la sola.
Facciamo anche un pranzo molto sotto-proletario e sostanzioso al Nuovo Giardino di Rosignano Marittimo e un giro in pineta nel pomeriggio, anzi nel parco intorno al Castello Pasquini.
Un Castello in posizione molto scenografica, poco distante dalla Stazione, costruito alla fine dell’800 e in cui si ritrovano tracce di un romanticismo che sa di salmastro e resina, fa il verso ai castelli medioevali ma non so quanto ci riesce, anche con il suo notevole dragone di ferro battuto riesce ad essere molto ottocentesco, oppure sono io che ho un’idea fin troppo medioevale dell’800 europeo!
Gli interni devono essere molto interessanti (si parla di eclettismo…) ma purtroppo non sono visitabili, ci accontentiamo, intravediamo un altro luogo molto “tuscany doomer” e noto al grande pubblico, ovvero le bianchissime e caraibiche spiagge all’arsenico che da tanti, tanti anni offre la Solvay a chi mangia con gli occhi e vive di spensieratezza…
Come non invidiarli? Ma nonostante tanto biancore marino ci teniamo le più umili sabbie di Castiglioncello!
Giriamo ancora nella pineta del castello e ci imbattiamo in un posto che mi aveva consigliato la mia amica e omonima Serena R.
Ci torneremo dopo, dobbiamo fare un salto alla Coop di Rosignano Solvay (e anche qui parcheggiare non è così immediato!) e poi a casa dove incontriamo una seconda gattina, questa è nera con collarino rosso, occhi enormi e zampine brevi, insomma è bellissima e tenera!
Poi torniamo verso il castello Pasquini, più precisamente verso la bella limonaia dove ha sede Fito, ristorante vegetale. Ci concediamo un ricco e insolito aperitivo, l’ambiente è molto piacevole e rilassante, quando cala il sole è ancora più suggestivo grazie ai giochi di luce e all’arredamento eccentrico…
Consigliatissime le crocchette con maionese ma anche il sandwich! Oltre che ai cocktail (un Moscow Mule per Marco e un Fito analcolico per me).
Facciamo altri due passi prima di rincasare, domattina si torna in spiaggia presto ma abbiamo trovato il modo di rendere meno faticosa la risalita, ci avviciniamo il più possibile all’Aurelia con la macchina, così è molto più umano!
Dopo il riposino pomeridiano abbiamo la bellissimissima idea di andare verso la spiaggia di Godilonda ma non godiamo molto, chissà l’onda, chissà…
Il percorso è mediamente faticoso, durante il pomeriggio è almeno quasi tutto al fresco. La spiaggia secondo me non è una spiaggia ma un posto in riva al mare, mentre la zona “hotel e parco abbandonato” mi attira molto di più, però magari un’altra volta…
Marco ha avuto un brutto incontro con una medusa, così risaliamo e attraversiamo tutta Castiglioncello, che diventa improvvisamente grandissima, per trovare una farmacia. Ci consoliamo a casa con un bel tramonto…
Torniamo alla nostra porzione di spiaggia libera il mattino dopo e sembra che i gabbiani abbiano ricevuto visite dai parenti di città, sono raddoppiati mentre i cormorani sono assenti, pigreggiano questi spiriti liberi, fanno le grandi pulizie, ridono in faccia ai bagnanti, risate un po’ sguaiate ma simpatiche, vederli nel loro ambiente fa sicuramente piacere…
A casa ci accorgiamo che è fiorito l’ibiscus…
E dopo pranzo ci dedichiamo al secondo tentativo di mare pomeridiano, anche sei io resto in pineta e Marco risale poco dopo dalla caletta del disagio per… troppo disagio! Scuriosiamo tra le bancarelle e compro un costosissimo ventaglio “made in China”!
Verso casa.
Proviamo a farci belli’
Andiamo a cena a Rosignano Marittimo, questa volta in un ristorante carino in centro, la “Volpe”. Si mangia bene e con calma, soprattutto facciamo amicizia con una coppia di simpatici montecatinesi. Così andiamo insieme a vedere un’altra appassionante gara di Calcio Balilla Umano e…frate, tanto per restare leggeri.
La mattina seguente in spiaggia c’è il sentore che il fine settimana si sta avvicinando: bambini ultra-milanesi, saccenti e spara battute di cui ridono solo i nonni in seconda fila, sulle sdraie del bagno Roma.
Nel pomeriggio viene a trovarci lei, la gattina nera, fa il giro perlustrativo del soggiorno, si gratta il naso con il mio indice e poi ciao!
Motivati dalla voglia di rifare il bagno (lui) e di visitare ilo parco dell’albergo abbandonato (lei) ci incamminiamo verso la zona della Torre Medicea (che è molto più interessante di notte) e la spiaggia non spiaggia “Godilonda”. Facciamo un bel po’ di fotografie dentro e fuori l’albergo, prospettive interessanti sul mare e scorci molto doomer, ma per il bagno niente da fare. Troppe meduse, alcune più piccole di palline da ping-pong.
Il sabato mattina arriviamo in riva al Mar Tirreno quasi prima dei gabbiani ma, inutilmente perché ci hanno battuto dei fiorentini ghiozzissimi che sbraitano e occupano un sacco di arenile. Maledetti toscani proprio. In ogni caso la nostra mattina presto al mare non ce la toglie nessuno, poi pranzo a casa, tentativo di fare un riposino. E poi partenza per il Parco delle Sculture di Rosignano “La Giunca”, altro consiglio prezioso di Serena R.
Un luogo volutamente non segnalato con indicazioni stradali e insegne, e infatti abbiamo faticato un po’ per trovarlo (meglio chiamare per avere le indicazioni giuste da seguire). Il parco apre è aperto dal venerdì alle 18 fino alla domenica alle 21:00, la visita bisogna prenotarla ma l’ingresso è libero così come la visita, anche se la signora Franca Frittelli ci da le giuste dritte. Le sculture della Frittelli e i quadri del marito sono circondate da alberi da frutta e piante tipiche dei giardini mediterranei, siamo in campagna, verso il tramonto, è davvero interessante e piacevole passeggiare in questo posto, tra l’altro un allestimento scenico molto fotogenico, degno di chi ha lavorato nel e per il cinema. Per finire facciamo due chiacchere e ci vengono presentate anche due baby tartarughe di terra, bellissime!
Poi si torna verso Castiglioncello…
E’ sabato sera e si esce a cena fuori, allo Chalet. Molto anni ’80, con clientela pittoresca, cameriera carina e simpatica, cibo nella norma e dopo…
Visto che oltre ad essere sabato siamo anche alla nostra ultima sera qui…
Passeggiamo per il centro, paghiamo anche il biglietto al parcheggio più umano della stazione (non come certi ucraini…), giriamo per la pineta Marradi sotto i suoi giganti dalla grande chioma verde.
In centro ci sono un paio di ristoranti (quello più “storico” è La Conchiglia), un’edicola che per festeggiare il fallimento dell’editoria italiana si è messa a vendere anche il vino, una pasticceria piuttosto scadente e un po’ di negozi d’abbigliamento…
Imbocchiamo la strada per il castello Pasquini e ci fermiamo da Fito per i suoi cocktail eccentrici, botanici con una bella atmosfera di contorno.
Domenica è giorno di partenza e ritorno a casa, ma prima andiamo a salutare il mare, la spiaggia, i gabbiani. Incontriamo due signore (mamma e figlia) di Firenze e facciamo un bel po’ di chiacchere mentre la spiaggia si riempie all’inverosimile, lasciamo il posto a tre ragazze e…
Alcune cose che mi ha raccontata la signora di Firenze potete leggerle tra qualche riga!