INTRO
La prima parte di un serie di guide semi-serie iniziata su Ko-Fi, un po’ diario di viaggio, un po’ pavoneggiamento fotografico e un po’ attività sportiva con merenda.
Il Glam Trekking, un’esigenza nata in me spontaneamente tra una crisi d’astinenza da servizi di moda su riviste, poiché “non ci sono più le riviste di moda di una volta”, e una crisi di nervi classica (sono grassa, devo fare sport, non posso fare sport, mi vesto come un uomo, ho bisogno di mettermi una gonna, sono stufa di andare a guardare la mia “F” sulla carta d’identità per ricordarmi cosa sono, ecc. ecc.).
Perché, è la verità, a un certo punto è diventato impossibile semplicemente fare cose. Soprattutto frequentare luoghi al chiuso, svolgere attività ricreative e, in poco, tempo anche la città per me ha perso completamente di attrattiva. I miei bisogni primari erano: poca umanità, molta aria buona, poca spesa e, soprattutto molta resa, con tutto quello che c’era e c’è da compensare!
Così una delle attività sportive che preferivo, ovvero camminare, fare trekking per boschi e campagne, è diventata l’unica possibile e a portata di mano o di bacchetta. Un’attività sostenibile e di cui non ho motivo di lamentarmi, eppure… Se tornate con lo sguardo qualche riga più in alto potete leggere la parola “crisi” e, solitamente le crisi scaturiscono da qualche mancanza.
Cosa fare di tutti quei vestiti (vabbè, ora non immaginate cose tipo il guardaroba della Ferragni, la Grande Madre me ne scampi!) nell’armadio? Sì, la febbre del consumismo ha infettato anche me, i negozi anzi le catene a basso prezzo hanno fatto il resto, inoltre questi vestiti non ne vogliono sapere di usurarsi, rompersi o smettere di piacermi. Quindi buttarli? Non ci penso nemmeno, non mi concederò mai così tanto al Capitalismo! Certo, ci sono le festine domestiche del sabato sera o, molto più spesso, della domenica sera: quelle in cui si fa scorta di endorfine con abbigliamento eccentrico, cocktail, tacchi e tanta, tanta musica che mi piace, e dove soprattutto mi strappo di dosso dolori e malumori; per poi poter affrontare con un po’ più di leggerezza la settimana a venire che, non mancherà di essere un contenitore di disagi e motivi per cui avercela un po’ con il mondo e la società, che ti spinge ai lati con una certa arroganza, e tanto menefreghismo. Ma…
Oltre ai vestiti da dancefloor c’è anche altro. Ed ecco che mi viene in aiuto il trekking, anzi una sua pericolosissima variante: il Glam Trekking!
Ricapitoliamo: ho un bisogno disperato di uscire dall’abbigliamento tecnico. Maglioncini, felponi, pantaloni “mi raccomando comodi”, calzettoni tecnici, scarponcini da trekking; ovviamente, tutto giustissimo e va benissimo per soddisfare le voglie di camminare, camminare, camminare e guardare lontano, oltre l’orizzonte, nel cuore dei boschi, alla fine del sentiero o lassù, in alto, dove vola la poiana ma, qualche volta, c’è il bisogno di guardarsi dentro e poi allo specchio. In qualche modo ritrarsi e intravedersi per come si vorrebbe essere idealmente, consolarsi, non aver più bisogno della “F” della carta d’identità e, soprattutto un pochino illudersi, lontano da occhi indiscreti, andare a caccia di endorfine anche là fuori, alla luce del sole o sotto una pioggia all’inglese. E soprattutto c’è bisogno di frivolezza per equilibrare i tempi duri che siamo costretti a vivere nostro malgrado.
Ingredienti necessari: un luogo immerso nella Natura, in cui si può camminare magari a lungo ma con una difficoltà medio facile; possibilmente un posto già conosciuto e esplorato, di cui si conosce il percorso. In inverno sotto a un abito femminile si possono indossare tranquillamente indumenti tecnici e, soprattutto termici. Una zaino è concesso, e dovrà contenere abbondanti scorte idriche, macchina fotografica con batteria carica e rossetto per il necessario ritocco, dopo il pic-cin. Il cestino della merenda va nello zaino, molto più tecnico, di Lui.
Prima di partire magari fate un po’ streching! Io seguo da anni La Scimmia Yoga per fare esercizio di stretching e riscaldamento.
E ora, qui di seguito qualche esempio di luoghi adatti, alle Glam-Trekker! Buona passeggiata!
Il Bosco di Tanali
Un’interessante zona umida in provincia di Pisa, più precisamente alle pendici del Monte Pisano. Questo luogo raggiunge il picco del suo fascino quando l’antico lago riaffiora dalla palude.
Il bosco, interamente pianeggiante, è ben segnalato, le passerelle sono in buone condizioni così come i casotti, in cui osservare in silenzio la fauna palustre.
Consigliate un paio di galoche in gomma, appropriate all’ambiente circostante e che vi permetteranno di attraversare senza problemi piccoli ruscelletti e corsi d’acqua, qualsiasi sia la loro portata (variano in base alla pioggia), e soprattutto regalano un tocco country-chic a qualsiasi mise! Basta fare attenzione a dove mettiamo i piedi!
Per informazioni più dettagliate su questa Riserva Naturale, potete dare uno sguardo a questa pagina, da cui è tratto il testo seguente:
Caratteri dell’ambiente naturale
La flora
Il Bottaccio di Tanali rappresenta, dal punto di vista botanico, un interessante residuo dell’ex Padule di Bientina e ciò per almeno due motivi:
1) conserva tuttora alcuni biotopi vegetazionali tipici delle aree palustri e che sono in progressiva rarefazione, sia a livello locale che nazionale;
2) racchiude in se specie botaniche di notevole rarità che, nonostante alcune pratiche di ceduazione ed alcuni tentativi poco produttivi di intervento agricolo, sono qui rimaste confinate e rappresentano molto probabilmente le discendenti ultime di una flora che popolava estesamente il Lago di Bientina ed è sopravvissuta alle ultime vicende climatiche e geologiche del Pliocene e del Quaternario (glaciazioni).
La fauna
L’area di Tanali racchiude una serie di habitat caratterizzati da specifici biotipi vegetazionali e faunistici di estremo interesse; inoltre il periodico allagarsi dei vari ambienti crea una ulteriore diversificazione stagionale degli stessi.
La stessa zona può quindi offrire nella successione stagionale differenti habitat idonei a numerose specie animali; adesempio, per quanto riguarda l’avifauna, una stessa area può essere adatta, con il variare delle stagioni, come luogo di svernamento per alcune specie mentre per altre come area di sosta durante la migrazione o infine come sito adatto alla riproduzione.
Nei boschi igrofili e mesofili sono state osservate specie migratrici o parzialmente tali come l’usignolo (Lusciniamegarhynchos), cinciallegra (Parus major), cinciarella (Parus caeruleus),scric_ciolo (Troglodytes troglodytes), merlo (Turdus merula), verdone(Carduelis chloris), gazza (Pica pica), e inoltre l’allocco (Strix aluco)specie invece prevalentemente sedentaria.
E’ presente anche una colonia di aironi cenerini (Ardea cinerea).
Il canneto invece offre un sito adatto per la riproduzione a specie quali cannareccione (Acrocephalus arundinaceus), usignolodi fiume (Cettia cetti), cannaiola verdognola (Acrocephalus palustris), cannaiola (Acrocephalus scirpaceus) alle quali è associata la presenza come parassita di cova del cuculo (Cuculus canorus) e infine al tarabusino (Ixobrychus minutus). Inoltre gli alberi posti lungo l’argine esterno del Tanali sono risultati luoghi adatti per la nidificazione del pendolino (Remiz pendulinus), il simbolo della riserva insieme alle foglie dell’ontano.
Noi siamo andati in autunno, la stagione dei ciclamini selvativi, ho preso confidenza anche con una pianta di origine americana, altamente tossica ma che, se osservata da vicino, è davvero un piccolo capolavoro di Madre Natura, la fitolacca. Consiglio di portarvi una merenda, ci sono dei tavoli appositi ma anche spazi in cui è facile improvvisare un pic-nic. Inoltre, del Bosco di Tanali, parla anche Terre di Pisa.
Pontito
Altra destinazione perfetta per il Glam Trekking è Pontito e, posso dire che attualmente è la mia meta preferita, perché grazie alla sua varietà paesaggistica non annoia mai; con il cambio delle stagioni, il paesaggio è molto mutevole ma, soprattutto il percorso, è ricco di piccoli corsi d’acqua che oltre a rendere la camminata meno monotona ci trasformano immediatamente in naiadi (le ninfe dei ruscelli e dei corsi d’acqua!).
Le foto che ho scelto sono state scattate circa un anno fa, nel cuore dell’inverno, la stagione dei crochi; questi fiori da bulbo che simboleggiano la forza creativa dell’inverno, diffusissimi sulle nostre montagne (quest’anno ho trovato una fioritura ricchissima anche lungo il fiume Ozzeri, nella pianeggiante val di Serchio) rendono ancora più magico il sottobosco.
Anche questa destinazione è perfetta per la merenda al sacco e potete scegliere il grado di comodità. Se non riuscite a rinunciare a un tavolo, potete andare nell’area pic-nic tenuta benissimo, che si trova nei pressi di una cappella votiva (tra la parte alta del paese e il cimitero, consigliata una visita se il vostro trekking invece che Glam vuole essere Goth!), qui troverete tavoli, panche, cestini per i rifiuti e una bella e suggestiva fontana/lavatoio. Se invece avete voglia di una pic-nic più bucolico seguite il sentiero CAI e, quando avrete fame e avrete trovato un posto che vi soddisfa, approfittatene e, mi raccomando.. lasciate tutto pulito!
Mentre io gioco a fare la fata/fatalona, Marco si da da fare per ripristinare il più possibile il percorso, dopo i danni di qualche bufera autunnale. Qui poi arriverà la neve e anche il ghiaccio, ed anche in quelle occasioni abbiamo fatto delle piacevoli escursioni, sempre necessari stivali di gomma adatti a camminare, almeno due paia di calzettoni e, utilissime per evitare di scivolare, le bacchette da nord-walking.
Pontito è una piccola frazione del comune di Pescia, fa parte delle Dieci Castella o della Svizzera Pesciatina (piccola porzione della Valleriana). Si trova a 745 metri di altitudine e per raggiungere questo sentiero (ma anche molti altri percorsi) dovete oltrepassare la parte bassa del paese, salire in direzione Croce a Veglia, per poi seguire le indicazioni per la chiesa (dove troverete anche l’area pic-nic). I secolari boschi di castagni, il susseguirsi di ruscelli e il dolce sali scendi rendono davvero piacevole la passeggiata più tranquilla, così come il trekking sportivo vero e proprio (potete anche variare il percorso, sempre su sentiero CAI, e salire verso Croce a Veglia, i paesaggi sono bellissimi e si incontrano anche i ruderi di un antico metato e di un ospedaletto in cui, anticamente, trovavano rifugio i viandanti che andavano e venivano verso la non lontana Val di Lima. Vale la pena salire anche solo per il panorama, soprattutto quando le cime delle montagne sono innevate).
Per sapere di più sulla storia di questa località, che io ho scoperto da poco ma di cui mi sono subito invaghita, ecco il link di wikipedia.
Se volete vedere altre foto, seguite i seguenti collegamenti.
Altopiano delle Pizzorne
Sulle Pizzorne potrei scrivere un poema omerico, facciamo che questa terza e ultima parte della guida semi seria ai luoghi più adatti (secondo la mia esperienza) al Glam Trekking, è solo un piccolo anticipo, ma sicuramente su questo altipiano ricco di percorsi e di scorci interessanti e suggestivi, avrò modo di scrivere ancora.
Quelle che vedrete sono le immagini di domenica 6 marzo quando, in una fredda tarda mattina, abbiamo deciso di andare fin lassù per molteplici motivi: respirare aria buona, aria d’inverno in montagna, camminare per smaltire i bagordi di una festa di carnevale, sperare in un’abbondante fioritura di crochi e fare qualche fotografia e fare scorte di acqua, di cui l’Altipiano delle Pizzorne è molto generoso. E poi fare anche un pranzo al sacco (questa volta in auto, perché le temperature erano davvero rigide per mangiare fuori).
Abbiamo fatto diverse camminate non lunghissime e pianeggianti, anche all’interno dei boschi e lungo la strada asfaltata e panoramica. In Pizzorne ci si sposta benissimo in auto per raggiungere l’inizio dei vari sentieri.
Queste fotografie sono state scattate lungo la strada che passa dal bosco e va verso la località di Corsagna (una frazione del comune di Borgo a Mozzano).
Ci troviamo in provincia di Lucca e, per motivi che non comprendo, questo luogo è abbastanza disprezzato dai lucchesi, in ogni caso… meglio per noi! Non è mai troppo frequentato, sopratutto in autunno e inverno, invece secondo me in queste stagioni qui è davvero bello venire a camminare o, semplicemente, staccare la spina con il tram tram quotidiano e guardare tutto e tutti dall’alto. E’ sempre un buon modo per prendere le distanze; ripartire da se stessi immersi nella Natura credo faccia molto bene al nostro equilibrio.
L’Altipiano delle Pizzorne sovrasta la pianura lucchese e le sue collinette, la sua carattiristica peculiare è il microclima che si trova, soprattutto in estate, e che fa respirare aria fresca e porta davvero tanto sollievo anche quando nelle altre zone montane circostanti (ad esempio Garfagnana e Svizzera Pesciatina si boccheggia!), infatti nella stagione estiva, soprattutto la domenica è frequentatissimo, c’è anche un piccolo mercato e il ristorante Aldebaran lavora a ritmo serrato (ideale per un panino, consigliatissimi i tortelli, non male la pizza, eviterei l’antipasto).
Meravigliosa la fioritura dei crochi sul prato più famoso di questo altipiano, è quasi commovente (ma sarà anche l’effetto della canzone degli Electroforez che sto ascoltando!). Oltre ai fiori, agli alberi a alto fusto che rendono questo posto una piccola Asiago toscana, un’altra caratteristica della Pizzorna (così viene chiamato amichevolmente il posto) è il susseguirsi di luoghi perfetti per un “Tranquillo Week-End di Paura”. Gli abitanti sono già pronti a accogliervi con torte succulente e motoseghe appena revisionate! Che aspettate a salire???!!!
Dimenticavo, le Pizzorne possono essere raggiunte da Villa Basilica, da Pariana e da Matraia.
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Al prossimo episodio di Glam Trekking! Spero vi siate divertiti a leggere e che, magari, vi sia venuta voglia di scoprire o riscoprire questi luoghi.
a presto
Seren