TOSCANA GOTICA #2

Toscana Gotica #2

 

La nuova creatura cartacea di Madhouse Autoproduzioni presentata sulla cima di una montagna e la festa più underground della campagna toscana o, per lo meno, di quella lucchese! Raccontata passo passo perché, anche se non è mia abitudine farlo, questa volta, mi sono dovuta tutelare! E poi ovviamente una bella passeggiata al cimi!

Dicevo l’altra volta che il gotico, qualsiasi cosa sia oltre lo stile architettonico, non c’è neanche bisogno di cercarlo: se lo vuoi vedere, è ovunque, se non lo percepisci, allora non esiste…

Ammetto che vivere in Toscana è un po’ partire avvantaggiati, ma forse anche tutto il resto d’Italia non scherza e allora partiamo!

Se saliamo sui monti, molto spesso ad accoglierci troviamo un simbolo di morte e tortura, in altre parole la croce. La diamo per scontata, la troviamo rassicurante e familiare eppure, tra gli strumenti di morte, è tra i più atroci (anche quel “qualcuno” che sembra tornato dall’aldilà dopo essere stato crocefisso, non ha mai avuto tanta voglia di raccontarci la sua esperienza di morte estrema; segno che certe cose è meglio lasciarsele alle spalle, dimenticare è sempre una buona cura).

E lassù, sulla cima di un monte, durante un umido sabato di un giovane marzo, ho portato con me la mia nuova creatura: “Le Fiabe della Perdizione”, che contiene i miei scritti più recenti e ancora inediti, due romanzi brevi e due racconti. Il libro è in formato fanzine, come sempre autogestita e autoprodotta da Madhouse, con un’alta percentuale di spirito punk, DIY, colla, forbici, carta, cose trovate a caso, idee dell’ultim’ora e collaborazioni preziosissime per la prima e la quarta di copertina. Grazie Marco grazie Barbara! Un totale di 64 pagine al prezzo di 10 euro e scusate se lo dico, non per togliervi la poesia ma fare operazioni di questo tipo è abbastanza faticoso da tutti i punti di vista. E poi, dopo il contenitore, il contenuto che dovrebbe essere la cosa più importante, ma molti lo danno per scontato. Come se la scrittura non avesse un valore e come se creare, far vivere una storia non fosse un impegno a tempo indeterminato, perché sai quando inizia ma non sai quando ti lascerà in pace. Farle prendere vita nella nostra mente è impegno, fatica, dolore. Con Rina ho vissuto momenti devastanti, dove ho veramente lottato con i miei istinti più violenti e imprevisti, come l’odio contro i bambini, figli di greenpascisti (ma vi assicuro che questi desideri estremi sono stati in qualche modo anche piacevoli e liberatori). Un istinto che comunque ho dovuto imparare a conoscere, gestire e sconfiggere (o per lo meno mettere momentaneamente al tappeto).

le fiabe della perdizione

Ma parliamo d’altro, abbassiamo la luci, alziamo la musica e facciamo festa. Una festa gotica, ma non di quelle tristone, seriose, amministrative che da troppi anni vanno per la maggiore in Toscana (in questo caso “poco gotica”) e nemmeno quelle piene di minkiolate, arcobaleni chirurgo-chimici e finanziamenti europei LGBT. Con tutto il rispetto di cose sanitarie ne ho sopportate fin troppe. Io pensavo a una festa che fosse veramente una festa e, questa è anche nata per puro caso un giorno che…

 

Eravamo alla fontana non troppo lontana dalla Quercia delle Streghe, in precedenza eravamo passati da un amico per fare due chiacchere che poi erano diventate quattro, sei, otto e si era fatto buio. Niente passeggiata nel bosco dopo aver riempito le bottiglie, ma un quarto di pizza ci sarebbe stato bene. Così con un certo ottimismo ci dirigiamo verso la pizzeria al taglio di Marginone ma… “Chiusa per Ferie” oppure “Chiusa per Sempre”, non ci arrendiamo e passando da un sottopasso molto underground (e vorrei vedere che non lo fosse stato…) andiamo verso un’altra pizzeria che però era diventata altro ed era comunque chiusa. La fame nel frattempo era aumentata insieme alla grandezza della pizza agognata, allora abbiamo deciso di dirigersi con l’auto verso i “misteriosi” laghetti Tuca Tuca.

Per una serie di fortuite coincidenze siamo usciti di lì molto soddisfatti della pizza mangiata, dei crostini che ci sono stati gentilmente offerti e, soprattutto, dall’idea propostaci, di poter fare un dj set. Poiché l’organizzazione Into The Darkness stava cercando da qualche settimana un posto nuovo, in sostituzione del circoletto di Pietrasanta, e  ci era stato chiesto di aiutarli così ci è sembrato un vero colpo di fortuna, che avrebbe accontentato tutti, ovviamente soprattutto chi per primo ci aveva chiesto una mano ma, appunto, non diamo mai niente per scontato. In questa Toscana Gotica accadono cose inspiegabili, altrimenti non sarebbe tanto appassionante viverci, non vi pare? E le cose semplici, facili, scontate che filano via lisce buone e genuine, come olio extra vergine appena franto, ti possono capitate una volta, ma non contateci troppo…

Partendo dal presupposto che la fatica non ci spaventa e i lupi cattivi non esistono, ci siamo incamminati con lo spirito, fin dall’inizio, del “armatevi e partite” ovvero “congratulazioni avete trovato il locale”, immagino che ora siano cavoli nostri e abbastanza agrodolci.

Insieme ai referenti di Into The Darkness avevamo pensato a due date l’11 e il 18 marzo, con i gestori del Lochness Pub che ci avrebbe ospitato, abbiamo deciso poi per il 18 marzo, in questo modo non facevamo concorrenza al poco distante locale di Montecatini che una volta il mese, organizza eventi simili, anzi no, dico segretamente dentro di me “diversissimi”.

Sul mio ideale di festa ho sempre avuto le idee chiare, mi adeguo ma se mi dai la parte faticosa e la responsabilità di fronte a gente che lavora e fa lavorare, e devo anche sacrificare parte del mio tempo, allora voglio anche una certa percentuale di lato piacevole. E’ così sbagliato?

Tutti hanno già capito che si parla di una festa e per prima cosa per provare a far riuscirne una bisogna possedere un animo festaiolo, anche se declinato alla palette più lugubre e alle sfumature più decadenti… Abbiamo trovato il nome ispirandoci a un brano della colonna sonora della miniserie Copenhagen Cowboy, ed anche questa cosa è stata concordata con i piani alti di Into The Darkness. Così è iniziato il cammino di “Undead Is The New Red”. Dopodiché le parole chiave, che poi dovrebbero essere alla base dell’organizzazione di qualsiasi party: rassicurante e sorprendente. Fare in modo che le persone si sentano a loro agio con entusiasmo. Almeno questo è quello che cerco io…

I giorni e le settimane si sono susseguite e abbiamo fatto tutto con attenzione e impegno (d’altra parte io non sono umana, quindi non mi fido degli umani, e mi comporto sempre di conseguenza). Abbiamo creato il volantino, anzi Marco ha fatto quasi tutto e come “grafico non grafico” se l’è cavata alla grande! Ci è stato detto con un certo entusiasmo che avevamo fatto fare un passo in avanti a Into The Darkness, esagerati! Ma era vero, il flyer era così carino che abbiamo deciso di farlo stampare (a spese di Marco) e anche questo è stata una scelta che ha avuto un suo successo. Abbiamo condiviso le informazioni in modo chiaro e originale, cercando di accontentare le regole del marketing senza snaturare la nostra passione per la libertà, la fantasia e lo spirito underground. La pagina FB di questa organizzazione ha fatto dei passi avanti, non lo dico io ma direttamente Facebook con le sue notifiche. Con il nostro impegno sempre in forma anonima abbiamo portato persone, like, condivisioni e presenze. Ma intanto io… Ho dovuto rinunciare a una bella porzione del mio prezioso Inverno 2023, mi ero promessa che avrei pensato soprattutto a me stessa, senza prendere troppi impegni. Invece questo inverno è stato il meno egoista di sempre e non mi avrebbe pesato se non fosse, che il mio organismo ha bisogno anche di altro per sopravvivere in modo equilibrato… Ho rinunciato anche a molte feste in casa, perché la sera volevamo solo riposare, e quelle feste sono i miei momenti migliori, quelli dove faccio scorta di endorfine, ma solo la musica che ci piace, i cocktail di Marco (che è diventato bravissimo!), e dove posso vestirmi come voglio, senza stress, senza sentirmi sempre la solita Cenerentola da decenni, quella che alla fine ha i capelli disastrati mentre le altre sono sempre perfette. E poi i tacchi, potermi mettere i tacchi altissimi per 10 minuti per poi togliermeli e ballare scalza! Ecco la festa veramente perfetta, ma torniamo alla realtà, benché molto surreale…

Le ultime settimane sono state le peggiori, o le migliori, dipende tutto dal punto di vista. Qualcuno ci ha fatto capire che secondo qualche suo conoscente il locale non era all’altezza del suo show e che, non avrebbe avuto il piacere di partecipare, ecco era tutto vero e quello è stato il momento in cui per pura praticità (niente di personale) ho goduto di più: senza Devya ci sarebbe stato più tempo per fare le cose con calma, più tempo per la live performance di Kabal Apokalypse della Toxic Industry, più tempo per l’aperitivo, più energia per ballare. Così grazie anonimo benefattore il cui nome sembra iniziasse con l’E, forse di Enrico, forse di boh…

Soprattutto, alla fine dei giochi, nessuno s’è accorto dell’assenza. Altra cosa che il mio intuito, allenato da anni di polizieschi, mi aveva suggerito!

Altro momento adrenalinico è stato sapere che quella sera stessa qualcuno aveva organizzato un evento last minute, per alcuni è stato un problema, per me un premio. Il nostro “evento” condiviso su FB venerdì 17 febbraio ma, in cantiere dalla fine di gennaio, brillava di luce propria, ora brillava anche di luce riflessa, e così è stato.

Quello che mi è un po’ dispiaciuto è che venerdì 17 marzo è arrivato un altro annuncio, veramente inaspettato: a poca distanza da noi, sabato sera, avrebbe suonato un gruppo che fa canzoni anni ’80, con un bel repertorio non scontato e ben eseguito. Peccato, mi sarebbe piaciuto esserci ma per il resto… nessun problema!

E poi è arrivato il gran giorno!

La lista delle cose da portare era lunga ma non troppo, e al suo interno c’erano cose importantissime, per me il cuore stesso della festa (dopo la MUSICA, ovviamente) ovvero le rose rosse e alcuni altri dettagli rossi, assolutamente rossi. Hanno apprezzato i possessori di buon gusto e di un sano e sincero spirito underground. Poi, in assoluto, la cosa più importante, la vera regina della festa è stata la Musica, troppe volte data per scontata e, infatti, abbiamo strappato via le ragnatele e le persone presenti hanno apprezzato!

Io, non essendo una dj, ho impiegato molto tempo per creare la mia selezione di brani, ho scelto quelli che mi emozionavano, mi coinvolgevano ma, alla fine, ne ho dovuti escludere a decine ed è stato difficile. Il post punk russo è un mondo bellissimo e, mi ha dato l’entusiasmo che avevo perso da tanti, troppi anni, perché mi ero lasciata inquinare, perché ogni tanto c’è anche bisogno di aria fresca, e talento vero. Avete presente quando, negli anni ’80, uscivano ogni settimana due o tre album entusiasmanti? Quando i gruppi appartenevano tutti allo stesso “mondo” ma, ognuno con la sua personalità, ognuno con le sue avventure e il suo immaginario non solo musicale ma anche poetico? La new wave, il post punk ha portato così tanta musica di qualità perché i musicisti erano veramente tali e i testi avevano un senso, sia sociale sia personale, ma sempre molto profondo, e poi c’era entusiasmo, voglia di coinvolgere e essere coinvolti, tutto questo l’avevo vissuto quasi solo intuendolo da piccola e ora, sono riuscita a viverlo in prima persona con la nuova, grandissima Red Wave!

Ma torniamo alla cronistoria della festa più controcorrente della campagna toscana (ma a questo punto mi viene da chidermi: SOLO?!)…

Marco e io ci siamo ridotto a 15 minuti ciascuno la durata dei nostri primi set, in modo che per le 23:30 circa, tutti e quattro i dj avessero potuto esprimersi anche per chi non poteva fare tardi, anche per chi voleva andare anche all’altra festa. Alla fine tutti sono rimasti molto di più del previsto!

Ho visto ballare le mie migliori amiche che, come me, un anno fa erano state, ingiustamente, escluse dalla vita sociale solo perché capaci di scegliere con la propria testa, così come tanti altri presenti sul dancefloor. E’ stato davvero incredibile, è stata un po’ una rivincita, un po’ frivola, ma sempre molto gradita.

C’è chi ha ballato tantissimo, chi ha preferito stare fuori a chiacchierare, tra l’altro si stava benissimo lì fuori, e mi ha fatto molto piacere passare finalmente un po’ di tempo e fare due chiacchere con amici che non vedevo da tempo, come vedere tutti quelli che sono passati ma con cui non abbiamo potuto parlare più di tanto. Sono venute anche tante persone da lontane! Che soprese bellissime! Tutti sono stati soddisfatti e ci hanno riempito di complimenti, abbiamo fatto fare tardi ai ragazzi del Tuca Tuca e ci scusiamo ma, anche loro sembravano soddisfatti!

C’è stata solo una nota stonata, tardiva e molto fuori luogo, quel commento scritto da un autore di Into The Darkness, (ovviamente non io, non Marco) in cui si accusano alcuni collaboratori di aver tentato di rovinare 5 anni di lavoro. Appunto, com’è surreale questo gotico mondo, forse la componente punk sì è improvvisamente abbassata e… allora capisco anche chi mette Techno al posto della cara vecchia dark wave, tutto sommato fate bene!

Fare bene equivale a fare male.

Quindi allora…

Feste in casa e giretti rilassanti al cimitero!

 

 

 

 

Qui sopra alcune delle poche foto che sono riuscita a fare durante la festa! Sinceramente pensavo che avrei avuto più tempo per farne altre ma… tutto è stato un piacevole delirio! Seguono altre fotografie, fatte da Daniela Scappaticci, Gianfranco Righetti, Andrea Vitali… Spero di rispettare l’ordine! Altrimenti… Scusatemi!

E la mattina dopo, nonostante la testa leggermente frastornata e un po’ di lavoro da fare, non c’è niente di meglio che un giretto nella decadente Bagni di Lucca, o meglio… Magari prima mangiare qualcosa (non avendo l’energia per cucinare ma neanche il frigorifero particolarmente amnichevole) in una road house di montagna, gestita da tre regazze carine che, oltre alle ottime lasagne, hanno avuto anche la pazienza di fare il ponce a Marco, tutto questo dopo il ponte di Casole…

E poi si, mentre un po’ piove, un po’ le gambe stanche vagheggiano il divano si fa una camminata lenta, silenziosa e molto gotica per il Cimitero degli Inglesi di Bagni di Lucca. Molto piccolo e inglobato in un complesso industriale un po’ disturbante, un po’ suggestivo. Qui riposano tranquilli tanti inglesi che hanno preferito domire per sempre in italia, tra queste montagne umide, piuttosto che nelle loro nebbie natie.

Altre fotografie della festa le trovate qui: ITD

 

Alle prossime gotiche avventure! Cercheremo di essere molto più creativi!

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