Biancaneve

Per fare una fiaba non ci vuole molto, una spina, uno specchio e una mela a volte sono già abbastanza, tutto il resto è variabile, come la fantasia del momento di chi la racconta o la raccontava di sera, a voce alta ma non troppo.

Ieri mi sono alzata un po’ tardi e tanto sgualcita interiormente, con un fermento sospeso tra la voglia di distruggere e il bisogno di creare e, allo stesso tempo, il desiderio di risolvere nel migliore dei modi e spengere quel mal di testa che andava oltre la voglia di un caffè.

Sarà stata colpa di Paola Cortellesi, o della Cortellesi come si usa dire. Dispiace che in Italia ci sia anche questo fenomeno che costringe i possessori di talento ad affiancarlo all’insicurezza o, peggio ancora, a essere ricattabili o avidi oltre misura.

Mi rifiuto di credere che una donna dall’aspetto gentile possa davvero pensare alle cose che ha detto riguardo una delle più belle e celebri fiabe del mondo; non è tanto la sua convinzione, quella è sua per carità, ma il “filone” triste, triste tristissimo in cui quell’affermazione s’immette come l’affluente in Arno. E mentre tutto, intorno a noi, si tinge di grigio piombo sempre più pesante, vogliono convincerci di essere circondati dalle sfumature più belle dell’arcobaleno, invece…

Ognuno dovrebbe vederla come vuole, secondo il proprio carattere, i propri gusti e senza filosofeggiare troppo, si tratta di mondi fantastici e fantasiosi che da secoli spaventano e scaldano.

Quando ho letto dell’uscita della Cortellesi riguardo la fiaba “Biancaneve e i sette nani” la prima cosa che mi è venuta in mente è stata: “Poverina, deve aver avuto un’infanzia triste” e, questo, tornerebbe anche con il fatto che ha avuto successo nell’overground, solitamente chi ci riesce ha alle spalle passati tristissimi e una storia di rivincita personale e artistica da raccontare il sabato pomeriggio (o la domenica) in televisione, alla convivente del figlio maggiore di Silvio Berlusconi. Però è solo una mia opinione poiché sono convinta che se, hai avuto una nonna come la mia che da piccina ti ha raccontato quasi ogni sera per anni le fiabe, le favole e gli indovinelli, quando arrivi a una certa età non ti metti a fare certe critiche che portano pericolosamente verso la censura, sarebbe una grave mancanza di rispetto verso tua nonna, la tua infanzia e certi ricordi lontani ma tanto preziosi.

Sarà per questo che sono uscita dal pigiama per indossare un vestito rosso sangue (per la verità molto natalizio) che ho da una vita e raccattare quel che potevo e devo dire la verità, sono stata fortunatissima, avevo tutto: le rose con le spine, lo specchio, la mela… Paola Cortellesi non poteva avere un tempismo migliore! Alla fine grazie perché mi è passato il mal di testa e mi sono anche divertita!

Altri ingredienti per queste fotografie sono state l’improvvisazione, tanto sonno e molte occhiaie, qualche etto di glitter e gli effetti sparati contro luce, come mi piace tanto fare!

Ma chi volevo essere? La Regina che esprime un desiderio dopo essersi punta un dito? Biancaneve, principessa sfortunata, che vuole in tutti i modi sopravvivere senza nuocere a nessuno? O la strega cattiva, che anche di fronte alla sua stessa bellezza, non riesce a dominare la sua furia distruttrice?

Non mi piacciono le cose troppo gourmet, misurate, ben dosate perché sono portatrici di etichette e sapori insipidi, a me piacciono gli eccessi perché contengono la vita vera, i colori casuali, il potere intrecciato con la debolezza e la bellezza che sconfina, per sua natura, nella mostruosità. E gli esseri viventi sono questo, tutto questo e molto di più, esseri umani compresi, uomini e donne e nani ma, soprattutto, le donne!

Si può essere emancipate e creative anche con una casa in ordine, non è un’umiliazione avere l’acquaio sistemato, il letto rifatto e il pavimento pulito. E possiamo fare tutto da sole o farci aiutare, ogni tanto, sempre ma… è soprattutto buona educazione (per non dire “è il minimo!”) quando ci auto invitiamo a casa d’altri, per un lungo periodo, dare una mano nelle faccende domestiche, è una cosa naturale e adeguata che può anche voler dire “fare la colf” ma solo se, le persone per cui ci diamo da fare, ci pagano per farlo, altrimenti è “buona educazione”, soprattutto se i padroni di casa fanno una vita faticosa.

Per chiudere, non ho visto l’ultimo film di Paola Cortellesi e sto bene così. Il trailer non mi aveva suscitato nessuna curiosità, tutte le cose buone e belle che sono state dette (e da chi sono state dette) mi hanno tolto ogni voglia.

Sul fatto che sia brava non ci sono dubbi: fa il suo mestiere, ci mancherebbe, poi chi sa far ridere è brava in tutto, anche a far piangere e a far riflettere.

Anche se, non sempre, la riflessione porta la dove, questi individui grigi che sventolano svastiche arcobaleno, vorrebbero che portasse.

Insomma! Lasciate in pace Biancaneve, e anche i nani e il bacio del principe, soprattutto perché… In una fiaba esiste un’alternativa per strappare una principessa sfortunata dal sonno eterno?

 

 


 


testo, fotografie Serena S. Madhouse

 

 

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