Digressioni
Chernaya dusha/ korotkoye stikhotvoreniye
Biancaneve
Per fare una fiaba non ci vuole molto, una spina, uno specchio e una mela a volte sono già abbastanza, tutto il resto è variabile, come la fantasia del momento di chi la racconta o la raccontava di sera, a voce alta ma non troppo.
Le Fiabe della Perdizione
Ciclostilato in proprio come vuole la vecchia tradizione punk, “Le Fiabe della Perdizione” sono racchiuse in 64 pagine in formato fanzine, un libro che tutte le ragazze (ma non solo) dovrebbero avere sul loro comodino, ma anche nella borsetta ed è ideale anche per le vacanze perché… prende poco posto, è molto leggero ma fa compagnia!
TOSCANA GOTICA #6
Fuga da Egolandia
TOSCANA GOTICA #1
Andate tutti a…
Il 2020 è per me uno spartiacque, un muro imposto e tirato su con vigore e fatto restare in piedi perché ritengo che sia giusto così.
Forse è un periodo, una fase mentale o sentimentale; è fisiologico, è la rabbia…
Poi passa.
Poi si perdona.
Poi si va avanti tornando indietro, sui nostri passi, perché è così che funziona in occidente e bisogna farsene una ragione.
Oltre la data di scadenza
“L’umanità, oltre la data di scadenza”, vuole essere una sorta di prefazione al “Boudoir della Signorina de Sade”, romanzo storico-erotico in 7 atti, scritto tra la primavera e l’estate del 2007, da Serena S. e autoprodotto da Madhouse Autoproduzioni all’interno dell’opuscolo “AVORIO ovvero la putrefazione di Foxy Lady”. Ispirato alla figura storica di Anne Prospère de Launay: cognata e donna profondamente amata da Donatien Alphonse Francois de Sade. Alcuni episodi della biografia del “divin marchese” sono stati riveduti e corretti altri immaginati di sana pianta. Storie di donne o meglio di donne in cammino sulla retta via del peccato. L’unica che ci è concesso percorrere dalla nostra natura di esseri imperfetti. “L’umanità, oltre la data di scadenza” è anche una critica, molto personale, ai canoni estetici che imperversano nella realtà odierna, sui social network e non solo.
Fiori di Plastica
Le immagini qui sopra le ho scattate tra le colline pisane e la montagna pesciatina e parlano chiaramente della mia nuova passione: I FIORI DI PLASTICA.
Il fascino decadente, corrotto, quasi depravato che possiedono e esibiscono senza vergogna alcuna.
Simbolo di affetto accompagnato da pigrizia e un pizzico d’ignoranza, che non guasta mai…