Oltre la data di scadenza

“L’umanità, oltre la data di scadenza”, vuole essere una sorta di prefazione al “Boudoir della Signorina de Sade”, romanzo storico-erotico in 7 atti, scritto tra la primavera e l’estate del 2007, da Serena S. e autoprodotto da Madhouse Autoproduzioni all’interno dell’opuscolo “AVORIO ovvero la putrefazione di Foxy Lady”. Ispirato alla figura storica di Anne Prospère de Launay: cognata e donna profondamente amata da Donatien Alphonse Francois de Sade.  Alcuni episodi della biografia del “divin marchese” sono stati riveduti e corretti altri immaginati di sana pianta. Storie di donne o meglio di donne in cammino sulla retta via del peccato. L’unica che ci è concesso percorrere dalla nostra natura di esseri imperfetti. “L’umanità, oltre la data di scadenza” è anche una critica, molto personale, ai canoni estetici che imperversano nella realtà odierna, sui social network e non solo.

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Fiori di Plastica

 

Le immagini qui sopra le ho scattate tra le colline pisane e la montagna pesciatina e parlano chiaramente della mia nuova passione: I FIORI DI PLASTICA.

Il fascino decadente, corrotto, quasi depravato che possiedono e esibiscono senza vergogna alcuna.

Simbolo di affetto accompagnato da pigrizia e un pizzico d’ignoranza, che non guasta mai…

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Una sera a Vicopisano

Il 2 luglio 2022 un festival estivo diventa l’occasione per riscoprire le bellezze architettoniche di un comune pisano, fare pace con le arti figurative e scoprire dei veri talenti.

Una sera d’estate. Il primo sabato di luglio, dopo una lunga camminata nella Riserva Naturale del Serra di Sotto, approfittiamo del Festival Rocca’N’Roll (dopo due anni di assenza, sicché merita di diritto di essere nella nostra lista di “virtuosi”), per fare un giro serale a Vicopisano. L’idea all’inizio era: stare in mezzo alla gente, stare sotto un palco, mangiare un frate o un bombolone, bere qualcosa ma…

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Un 25 Aprile dignitoso

Da qualche parte c’è un sentiero, che ormai conosciamo bene e che una volta ci ha fatto incontrare due giovani italiani, belli e sorridenti, due giovani degli anni ’40 del ‘900. Quel sentiero ci piace perché non è monotono e perché, alla fine, conduce a un piccolo cimitero di montagna. Non mi ricordo quando è stato il nostro primo 25 Aprile celebrato in questo modo, semplicemente camminando, facendo trekking, attraverso un largo sentiero che poi si fa più impegnativo e che è attraversato da almeno tre piccoli ruscelli. In ogni modo oggi possiamo dire che è diventata una “nostra tradizione”. La primavera in montagna non è ancora arrivata e, questa mattina, mentre camminavamo pioveva ma non aveva importanza; siamo riusciti a mettere insieme anche due piccoli mazzi di fiori, vincendo sull’iniziale imbarazzo poiché non siamo abituati a raccoglierli. Però, per Elio e Floris, una volta l’anno facciamo un’eccezione!

Quest’anno l’attesa del 25 Aprile mi dava un senso di ansia e tristezza, l’anno scorso è stato imbarazzante, quest’anno vergognoso. Il revisionismo storico sembra che abbia vinto, le bandiere di uno stato con marcate nostalgie naziste sono diventate degne di essere sventolate nelle piazze d’Italia, nel giorno in cui si ricorda l’Anniversario della Liberazione dal Nazifascismo. Questa celebrazione, per tanto tempo considerata una vera e propria festa, oggi proprio oggi 25 Aprile 2022 assume delle sfumature sinistre, preoccupanti e molto tristi.

Il (vergognoso) nazismo anti Russo ora vuol dire stare dalla parte giusta sicché, indossata una mascherina realizzata con derivati del petrolio, si scende per strada e si festeggia la Liberazione sventolando bandiere della pace accanto alle bandiere della Nato, bandiere rosse e bandiere giallo-blu insieme agli stendardi dell’Associazione Nazionale dei Partigiani d’Italia. E allora non è solo perché non vogliamo, ma proprio non possiamo assistere a questo doloroso scempio, così ancora più motivati si sale in montagna, sotto la pioggia, tra fango e pietre, muschi vellutati e ruscelli dalle acque limpide, e poi qualche timido fiorellino giallo, molti bianchi, uno viola bellissimo che non abbiamo avuto il cuore di raccogliere. Camminiamo finché, tra le chiome degli alberi, appare il cimitero, dove sciogliamo il nodo che chiude il cancello e entriamo, in silenzio.

Eccoli, dopo un anno, i due partigiani che ogni volta mi sembrano più giovani, più bambini, sempre sorridenti, sempre con lo sguardo luminoso, pieno di speranze nonostante tutto. Quanto avranno fantasticato e desiderato il giorno in cui avrebbero potuto festeggiare la Liberazione della loro Patria? Mettiamo i due mazzolini di fiori selvatici tra le mani dei due angeli che fanno compagnia al ricordo di questi giovani partigiani.

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